martedì 2 giugno 2015

A PROPOSITO DI TERREMOTI…




Abbiamo citato più volte gli eccezionali studi di Bendandi (1)  coi quali lo studioso era in grado di segnalare preventivamente se e dove un forte sisma si sarebbe verificato. Certo, ai suoi tempi non c’era il problema delle  trivellazioni che, ormai pare accertato, contribuiscono non poco a smuovere la crosta terrestre causando successivamente forti terremoti, però a lui va indubbiamente il merito di aver individuato, pur non essendo astrologo, un metodo di lavoro meramente astrologico, visto che dalla posizione planetaria era in grado di raccogliere le sue informazioni.

A più riprese ci sono stati astrologi che si sono cimentati in imprese analoghe e, per rimanere a studi recentissimi, anche l’Astrologia Morpurghiana ha effettuato uno studio statistico che ha prodotto dati interessanti, coi quali si voleva, tra l’altro, avvalorare l’ipotesi della grande Lisa Morpurgo che aveva ipotizzato nel pianeta Y la causa dei terremoti. Ma tutte queste ricerche, effettuate sempre su dati certi ossia quando un sisma si è già verificato, non rispondono ancora  a due quesiti fondamentali: trovare dei dati che permettano preventivamente di capire se ci sarà un terremoto e stabilire dove.

Nel nostro piccolo abbiamo pure noi elaborato un metodo, che parte dalle poche tracce rimaste degli studi di Bendandi, dall’osservazione, imprescindibile dei sismi già avvenuti nonché da alcune recenti nozioni di Fisica quantistica e, sebbene sia ancora un metodo da perfezionare perché soggetto ancora a molti errori e con range un po’ troppo vasto, ci ha permesso, in più di un’occasione, di stabilire preventivamente appunto se e dove questo sisma si sarebbe verificato. Questo perché, a nostro avviso, un astrologo che crede nelle linee di studio che sta seguendo, non deve aver paura di fare previsioni e per verificare se il suo metodo funziona o meno, scevro dalle percezioni soggettive ma non oggettive di ciascuno, lo studio dei terremoti fornisce indubbiamente un riscontro eccezionale.

Bendandi utilizzava ben 4 pianeti trans nettuniani, allora non scoperti ma solo ipotizzati, così come anche Witte che era giunto nello stesso periodo a ipotesi analoga. Adesso però sappiamo con assoluta certezza sia dell’esistenza di Plutone, scoperto nel 1930, che di almeno altri due corpi celesti del nostro sistema, Eris e Sedna, quest’ultimo ancora da “omologare” da parte degli astronomi ma che fisicamente è già stato avvistato e che permetterebbe di chiudere il cerchio morpurghiano che già pensava a 12 pianeti. In questo caso, però, si parla più correttamente, di trans plutoniani che non di trans nettuniani. Abbiamo potuto così riscontrare come l’idea di partenza, da cui nacque il pensiero morpurghiano, di analizzare attentamente i miti greci, non sia stato affatto peregrino ed anche nei casi di terremoto, vi è un’assoluta linearità con le caratteristiche mitologiche greche associate ai nomi dei pianeti e a questi eventi. Inoltre notiamo, purtroppo, come successe precedentemente per la scoperta di Plutone, ancora la maggior parte degli astrologi non considera minimamente i nuovi arrivati e, se si escludono scuole come quella morpurghiana o uraniana, le scuole astrologiche tradizionali, molte delle quali sembrano aver ancora qualche difficoltà ad accettare Plutone, escludono totalmente Eris e Sedna, come se non fossero corpi celesti ormai accertati e pertanto con una loro influenza planetaria ben precisa.

Ad ogni modo, last but not least, approfittiamo di queste considerazioni per ringraziare tutti coloro che, sempre con maggior entusiasmo, seguono la nostra rubrica previsionale che si basa sui ritmi lunari della Terra e che, sempre più numerosi,  periodicamente leggono e commentano le nostre brevi considerazioni spronandoci a perfezionare sempre maggiormente il metodo intrapreso. Quando iniziammo quella rubrica, qualche collega commentò che non ne ravvisava l’utilità perché l’unico effetto che avrebbe ottenuto sarebbe stato quello di spargere il terrore in chi la leggeva senza il minimo beneficio. Siamo lieti di segnalare che questa nefasta, ed unica direi da parte loro previsione è stata clamorosamente fallita e che, a giudicare dai numeri di chi ci legge, sia stato perfettamente recepito lo spirito con cui l’avevamo concepita: dimostrare che in Astrologia è possibile fare previsioni, che queste, se seguono un metodo, possono dare anche dei risultati e soprattutto che l’Astrologia non prescinde da cicli e ritmi che invece, in molti casi, si vorrebbero relegare semplicemente a delle nozioni didascaliche mai verificate da chi le segue.

 




 


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