Sin dall’antichità gli astrologi hanno cercato di mettere in relazione
ciascuna area geografica (città o Nazione) con un Segno Zodiacale.
A partire dal celebre assunto di Ippocrate che recita “noi siamo dove
viviamo", le caratteristiche di ciascuna zona della Terra appaiono,
all’occhio attento di un astrologo, sempre ben precise e sono come
"assorbite" dai suoi abitanti. Chi ha modo di lavorare in
settori che gestiscono i dati di nascita dei residenti di una determinata città,
ad esempio, noterà facilmente una preponderanza di un segno anziché di un altro
di quella zona e non sorprende notare come questi Segni predominanti siano
assolutamente compatibili con le peculiarità caratteriali e storiche di quel
luogo.
Tolomeo aveva provato a ripartire le aree geografiche sovrapponendo la
fascia zodiacale (ove ogni Segno ha un'ampiezza di 30°) all'eclittica
terrestre, in modo tale che le Nazioni che si trovavano ad Ovest, coincidente
con il punto Vernale a 0° Ariete, venivano appunto attribuite a questo
Segno, si procedeva poi in moto antiorario, verso Sud-Cancro, quindi
Est-Bilancia e infine Nord-Capricorno (Claudio Tolomeo, Tetrabiblos,
Libro II).
Successivamente, molti altri astrologi si sono cimentati
nell'approfondire, studiare e ripostulare gli abbinamenti Segno/Nazione,
basandosi addirittura sulla popolazione e la politica nazionale. Su queste
premesse, tradizionalmente, ci è stato tramandato che la Spagna appartiene al
Sagittario, l'Inghilterra all'Ariete, l'Italia al Leone e via dicendo. Eppure
la semplice analisi della costituzione di una Nazione o la fondazione di una
città non convincono troppo in quanto l’agglomerato urbano e il territorio
stesso è comunque antecedente.
Ma i testi ci tramandano il momento esatto, sotto il profilo astrologico,
della nascita del capoluogo toscano:
“… per consiglio di savii
astrologhi al cominciamento che rifondarono Firenze presero l'ascendente del
segno dell'Ariete, essendo il sole nel grado della sua esaltazione, e il
pianeta Mercurio congiunto a grado col
sole, e il pianeta di Marte in buono aspetto dell'ascendente, acciòche
la città moltìplicasse, e per potenza d'armi, e di cavalleria, e di popolo
sollecito e procacciante Marte e mercatanzia, e germinasse d'assai figliuoli
e grande popolo".
Non appare pertanto strano che croce e delizia della
citta’ fosse inizialmente proprio una statua di Marte, alla fine talmente
odiata dai cittadini (in quanto reputavano portasse sfortuna) da trarre un
grosso sospiro di sollievo allorquando una piena dell’Arno la trascino’ via ma
lasciando, per memoria dei posteri, una targa tuttora visibile sul Ponte
Vecchio.
Di Laura Poggiani –
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