Alcuni anni fa
pubblicammo la piccola statistica sulle morti violente, occupandoci solo dei
temi delle vittime perché ritenevamo che forse si indagasse un po’ troppo sui
carnefici ma assai meno sulle vittime e sui valori che le accomunano. Questa
ricerca, per adesso unica nel suo genere, fu tradotta anche in inglese, francese e spagnolo dato l'interesse suscitato. http://www.astralis.it/morti.htm
Adesso, con la maggiore
attenzione del pubblico per i fatti di cronaca nera ed eventi cruenti che però
portano le stigmate di casi che colpiscono molto la collettività tanto da
diventare iconici, ancora una volta il focus si appunta su coloro che hanno compiuto
l'atto, scatenando anche molte discussioni circa la prosecuzione di una
mentalità patriarcale che, però, sembra sfociare sempre più in una pantomima
del genuino femminismo degli anni '70
che non un vero, autentico movimento per migliorare la condizione femminile
come fu inteso allora.
Se per ben tre casi
iconici quali il caso Melania Rea, Giulia Tramontano e Roberta Ragusa sembriamo
infatti avere un classico cliché di stampo patriarcale (marito o compagno con
l'amante e che voleva evitare ulteriori aggravi economici che una regolare separazione
poteva dargli), sotto il profilo astrologico ne troviamo sicuramente conferma
con i valori leonini e un Marte debilitato che possiamo riscontrare in tutti e
tre i temi dei colpevoli. Occorre un distinguo: nel caso Ragusa manca a
tutt'oggi il corpo e prove ben circostanziate in quanto tutto ruota attorno a
una testimonianza ritenuta dai giudici credibile ma che pone molti altri
interrogativi.
Certo, gli omicidi
commessi da uomini sono la maggioranza in quanto sia il coltello che altri
elementi contundenti ricordano spesso il fallo maschile e questo esercitare
violenza come in un crescendo improvviso, mostra spesso ben altre problematiche
sotterranee in coloro che con questa violenza vorrebbero proprio dimostrare di
essere un maschio alfa, così come infatti il loro Marte, in posizioni poco
felici per il pianeta rosso, suggerisce.
In tutto questo però si
dimentica i moltissimi casi di "violenza al contrario" di cui la
cronaca è anch'essa piena. Dalla ormai ultra-citata Cianciulli a Erika e Omar,
anche se in questo caso la violenza non è rivolta verso il partner ma con l'aiuto
dello stesso. I casi sono però
molteplici, come quello della cosiddetta "Mantide di Cairo
Montenotte" o del più recente caso di Avetrana.
Ma restiamo in linea con
i casi maschili precedenti sopra citati dal triangolo amoroso che finisce male
ed esaminiamo un caso divenuto famosissimo, anche se un po' lontano nel tempo,
raccontato da molti scrittori e analizzato dal prof. Saporito, lo stesso che si
occupò della Cianciulli e che definì la colpevole di intelligenza superiore
alla media, anche se di umili origini.
Ci riferiamo al caso di
Caterina Fort, detta Rina. Arrivata a Milano dal Sud dopo la guerra, s'innamorò
di un commerciante catanese, Giuseppe Ricciardi e in breve ne divenne l'amante,
occupandosi brillantemente del negozio a suo pari. Ricciardi però era sposato,
con moglie e tre figli lasciati in Sicilia. Quando la moglie Franca e i figli
andarono a Milano per le chiacchiere che ormai erano giunte all'orecchio dei
familiari, Rina decise di andarle a fare visita. La conversazione in breve
prese una brutta piega allorquando Rina si sentì dire che doveva andarsene e
magari tornare al suo paese. Ecco allora che Rina, preso un ferro trovato
nell'appartamento, colpì a morte prima la moglie-rivale e poi i figli, il più
grande dei quali era intervenuto a difesa della madre.
Questa vicenda fece
talmente orrore da far temere un linciaggio pubblico e la donna fu condannata,
rea confessa, all'ergastolo che poi si tramutò nella richiesta di grazia,
concessa dal Presidente Leone. In carcere la Fort mostrò molte attitudini per
il teatro, per l'ordine e la pulizia della propria e delle altre celle e per
tenere con sé tre bambole di pezza che ricordavano quei tre poveri bambini.
A prima vista sorprende trovare il Sole della Fort nel segno dell'infanzia per eccellenza, il Cancro. In tutta la narrazione fatta di questo evento, sono tutti concordi nel dire che la Fort pensava di costruirsi una famiglia propria con il Ricciardi che, però le aveva tenuto nascosto di essere già sposato. La Fort era comunque compensata Capricorno in quanto il Sole è strettamente congiunto, al grado, a Saturno e la Luna si colloca proprio in Capricorno, a cui si aggiunge lo Stellium in III casa, spiegando bene le sue abilità commerciali, il suo indubbio talento organizzativo, il suo spiccare successivamente proprio nelle attitudini teatrali, nonché la sua freddezza nell'uccidere tre bambini piccoli e poi indossare gli abiti e le scarpe di lui per inscenare un furto.
Inoltre, Plutone,
dispositore del settore delle unioni, si trova in aspetto negativo a Giove, che
in questo caso è indicatore degli amori clandestini, ben segnalando sia la
sfortuna nel puntare tutto su un uomo già impegnato ma anche la successiva
fortuna di ribaltare la situazione facendo credere che in realtà fosse il
Ricciardi il mandante dell'uccisione della moglie.
Testo
di Laura Poggiani – Tutti i diritti riservati