martedì 1 maggio 2012

PIOVE, GOVERNO... TECNICO!!!



 

Mentre il solito Cicap si affanna a reperire cio’ che ritiene una previsione errata secondo il suo fazioso punto di vista, ricordiamo che, nel consueto intervento sulle previsioni per l’Italia basate sulla fase lunare, segnalavamo come il Governo Monti sarebbe stato a rischio caduta.
Puntuale e’ arrivata la notizia, oltre alla dichiarazione di Maroni di voler mandare a casa il Governo in tempi brevi, anche dell’affidamento ad altri tecnici di alcune competenze di quello che ormai e’ da tutti chiamato “Governo Tecnico in auto commissariamento” e che ben viene descritto nel brillante articolo pubblicato questa mattina, 1° maggio 2012, sul quotidiano “il Giornale” che qui riportiamo integralmente:
“Geniale idea dei tecnici: per tagliare le spese si affidano a un  tecnico. Ma non uno di loro, macché: evidentemente si conoscono bene  e dunque non si fidano. Scelgono un tecnico esterno. Proprio così:  si tratta di Enrico Bondi, il liquidatore di Parmalat, uno che  s’intende di fallimenti e dunque con il governo Monti si troverà a  meraviglia. Il punto adesso è capire che cosa farà Enrico Bondi,  oltre a prendersi naturalmente il legittimo gettone di presenza:  nominerà pure lui altri tecnici? Arriveremo dunque ai tecnici del  tecnico dei tecnici? E se i nuovi tecnici sceglieranno pure loro dei  tecnici, avremo i tecnici dei tecnici del tecnico dei tecnici? Voi  capite: tecnicamente parlando, la filastrocca può arrivare  all’infinito, gettone dopo gettone. Il modo migliore per ridurre la  spesa pubblica.   Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Ci volevano loro, i  bocconiani, gli intelligentoni vestiti di sobrietà, inglesorum e  Goldman Sachs, per capire come risolvere davvero il complicato  problema della spesa pubblica in Italia: si nomina un supertecnico  ed è fatta. E noi che eravamo convinti che bisognasse impugnare le  forbici. Poveri ingenui. Per fortuna sono arrivati gli uomini dieci  e loden e ci hanno spiegato che per tagliare la spesa pubblica le  forbici non servono. Macché: ci vuole la spending review. Ripetono  questa parola come un mantra da due mesi, probabilmente solo perché  suona bene e fa perdere tempo. Infatti appena ieri si sono trovati a  Palazzo Chigi si sono guardati negli occhi e si sono chiesti: «ma  che vor di’?» (what does it mean?). Allora è scattata l’ideona:  nominiamo il supertecnico. Chiamiamo Bondi e facciamocelo spiegare.  Mal che vada, perdiamo un altro po’ di tempo. Oltre che di soldi.   E dire che tagliare la spesa pubblica in Italia non sembrerebbe  difficile a prima vista: basta abolire lo Province o dimezzare il  numero dei parlamentari o ridurre i dipendenti pubblici nelle  Regioni che hanno 20mila impiegati e poi assumono il consulente per  osservare le rane verdi. Ci riuscirebbe anche un paracarro bendato.  Giarda, invece, no. Lui non c’è riuscito, lui ha alzato bandiera  bianca. Era stato formalmente incaricato, sembrava il tecnico giusto  (bazzica nei palazzi da sempre, è stato presidente della commissione  tecnica per la spesa pubblica presso il ministero del tesoro dal  1986 al 1995, sottosegretario al Tesoro con Dini, Prodi, D’Alema e  Amato), poteva finalmente mettere a frutto la sua lunga esperienza  in fatto di spese inutili, e invece sul più bello che fanno? Lo  commissariano con Bondi. Facendolo diventare di colpo lui una spesa  inutile. Capite che, da questo momento, potrebbe essere un caso  umano: ora che fa? Si dimette? Lascia la poltrona? Si dedica alla  pesca? Oppure resta lì e lo usano come attaccapanni che ha già una  certa predisposizione?   Come se non bastasse, e sempre per andare nella riduzione della  spesa pubblica, il Consiglio dei ministri ha deciso anche di  affidare consulenze ad altri tecnici: il professor Francesco  Giavazzi dovrà suggerire a Monti «analisi e raccomandazioni sul tema  dei contributi pubblici alle imprese» e il professor Giuliano Amato  dovrà fornire «analisi e orientamenti» sul finanziamento dei  partiti. Avete capito bene: per distribuire soldi alle imprese  l’economista Monti ha bisogno di farsi aiutare da un altro  economista (che ci volete fare? Per riuscire bene in certi campi ci  vogliono «analisi e raccomandazioni». Ma soprattutto  raccomandazioni, direi). E per capire come funzionano i partiti si  prende come consulente Amato, uno che essendo riuscito a tagliare le  pensioni degli italiani garantendosi una pensione d’oro da 31mila  euro al mese, in effetti in questo senso è una garanzia. Come  funziona la politica in Italia lui l’ha capito meglio di chiunque  altro.    Lo sforzo, comunque, è stato notevole: Monti e i suoi ministri ieri  sono stati riuniti 5 ore. Cinque ore di cervelli fumanti, pensieri  elevati, saperi incrociati, per arrivare a queste soluzioni geniali.  Per fortuna poi s’è fatto tardi e il richiamo dei rigatoni  all’amatriciana ha avuto la meglio, altrimenti chissà che altro  avrebbe partorito in un paio di ore di ulteriore discussione questa  confraternita di discendenti di Pico della Mirandola: avrebbero  nominato il tecnico esterno per farsi spiegare come sedersi intorno  al tavolo del consiglio dei ministri? O il tecnico esterno per farsi  spiegare quand’è il momento in cui ci si può alzare per andare a  fare pipì? O il tecnico esterno per farsi spiegare come chiamare il  commesso per comunicargli che lo sciacquone non funziona? O il  tecnico esterno per farsi spiegare come uscire da Palazzo Chigi  senza farsi vedere da nessuno? Scherziamo è ovvio. Ma non troppo. Di  quest’ultimo, in effetti, avanti di questo passo, Monti potrebbe  avere presto un gran bisogno...”
E gli effetti della Fase non sono ancora finiti…
Di Laura Poggiani - Tutti i diritti riservati

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